FASCITE PLANTARE

Introduzione

a fascite plantare è una condizione dolorosa che interessa la parte inferiore del piede (regione sottocalcaneale) ma questo termine é in realtà piuttosto limitativo perché descrive solo una parte delle possibili cause di ciò che nei paesi anglofoni viene definite come “inferior heel pain syndrome” (letteralmente sindrome dolorosa del tallone inferiore).
La fascite plantare indica un’infiammazione della fascia plantare, frequente specialmente tra i corridori, i saltatori, i calciatori, le persone obese ed i pazienti con più di 40 anni (andando avanti con l’età il tessuto grasso a livello della pianta del piede, che funzione come un cuscinetto, tende a ridursi).
Si tratta della causa più comune di dolore al tallone e di richiesta di visita specialistica in ambulatorio del piede (basti pensare che solo negli Stati Uniti, quasi un milione di persone chiede un consulto medico per questo problema).
La fascite plantare colpisce di solito un solo lato ma nel 30% dei casi sono interessati entrambi i piedi.
Questa guida vi aiuterà a capire:

  • Come si sviluppa la fascite plantare
  • Quali sono le possibili cause di dolore al tallone
  • I problemi legati alla diagnosi ed al trattamento
Anatomia

La fascia plantare (anche detta aponeurosi plantare) è una robusta fascia costituita da tessuto fibroso che origina dalla inferiore del calcagno (cioé l’osso del tallone) e termina a livello della base delle dita. Questo struttura gioca un ruolo molto importante nella trasmissione del peso corporeo al piede durante la deambulazione e la corsa.
La fascia plantare presenta dal punto di vista anatomico e sopratutto funzionale, una continuità con il tendine di Achille, presente nella parte posteriore della gamba..

Dal punto di vista anatomico possiamo distinguere all’interno della fascia tre parti distinte:

  • la componente mediale (cioé quella che corre lungo il bordo interno del piede)
  • la componente centrale: é quella più estesa e la più resistente
  • la componente laterale (cioé sul bordo esterno del piede)

Al di sopra della fascia plantare troviamo un il muscolo flessore breve delle dita, che si inserisce sul calcagno. É importante ricordare la presenza di questo muscolo perchè lo sperone calcaneale che spesso si vede sulla radiografia, si trova circondato dal muscolo e non, come erroneamente si crede, a livello della fascia plantare.Al di sotto della fascia plantare invece troviamo un accumulo di tessuto adiposo (cioé tessuto grasso), chiamato cuscinetto adiposo plantare, che ha l’importante funzione di assorbire gli urti a cui sottoponiamo costantemente il piede. L’anatomia del cuscinetto adiposo plantare é piuttosto complicata ma sostanzialmente possiamo descriverla come un insieme di celle contenenti tessuto adipose e racchiuse da tessuto fibro-elastico molto robusto e piuttosto spesso.

Qual è la causa della fascite plantare?

La fascite plantare può insorgere a causa di innumerevoli fattori, spesso combinati tra loro, tra cui vogliamo ricordare:

  • piedi piatti o cavi
  • scarpe inadeguate (troppo larghe o troppo strette, troppo morbide o troppo rigide)
  • obesità
  • allenamenti sportive inadeguati
  • attività sportive o lavorative che comportino continui traumatismi alla fascia plantare (corsa, ballo, camerieri)

In risposta a carichi di lavoro eccessivi, la fascia plantare può reagire con l’alterazione strutturale delle fibre collagene (che compongono il tessuto fibroso della fascia stessa) ed una reazione infiammatoria che può anche diventare cronica (cioé che perdura da molto tempo).
Molti pazienti credono, sbagliando, che la causa del loro dolore sia lo sperone osseo visibile sulle radiografie. Lo sperone osseo tuttavia si trova sopra la fascia e non al suo interno ed é causato dalla infiammazione cronica e tensione da parte del muscolo flessore breve delle dita a livello della sua origine sull’osso calcaneale.
É interessante notare come solo il 50% dei pazienti con la fascite plantare abbiano lo sperone osseo e come questo sia presente nel 15% della popolazione generale, senza che ci sia alcun disturbo doloroso.

Esistono altre cause di dolore al tallone?

Come abbiamo avuto già modo di accennare, esistono altre cause di dolore alla pianta del piede che possono mimare i sintomi della fascite plantare. Tra i più importanti ci sono:

  • Rottura della fascia plantare
  • Entesopatia: questo termine indica l’infiammazione a livello del punto di inserzione della capsula o di uno o più legamenti. È un quadro tipico per alcune malattie reumatiche
  • Tumori ossei: un tumore benigno o maligno a carico del Calcagno é un’evenienza rara ma pur sempre da considerare
  • Infezione: n questo caso, come anche nel caso di un tumore, il dolore persiste anche di notte, rendendo difficile dormire
  • Frattura da stress: una frattura dell’osso non avviene necessariamente dopo un evento traumatico ma può anche essere il risultato di uno stress a bassa energia ma ripetuto frequentemente nel tempo (ad esempio per una lunga marcia)
  • Compressione di una radice nervosa: é possible che un dolore localizzato al tallone sia in realtà il risultato di una sofferenza di una radice nervosa a livello della schiena. Fate sempre presente al medico se siete soliti soffrire di mal di schiena o se oltre al dolore al tallone avete anche disturbi come formicolii o una riduzione della sensibilità alle gambe o ai piedi
  • Compressione di un ramo nervoso a livello del tallone

Quali sintomi posso avvertire?

A seconda della localizzazione del dolore, distinguiamo

  • fascite plantare prossimale: quando il dolore è in prossimità del tallone, che può anche mostrare un modesto gonfiore
  • fascite plantare distale: quando il dolore si localizza più lungo la pianta del piede o verso le dita

Il dolore è generalmente maggiore al mattino quando si scende dal letto e tende a ridursi nel corso delle ore successive per ripresentarsi nuovamente nel corso della giornata.
Nel caso degli sportivi, il dolore tipicamente compare nella fase di riscaldamento per poi diminuire durante l’esecuzione dell’esercizio fisico.
Il dolore può essere evocato anche mettendosi sulla punta dei piedi o sui talloni.
É fondamentale che riferiate al medico che vi visiterà se il dolore vi disturba anche la notte o se recentemente avete fatto uno sforzo fisico prolungato insolito per le vostre abitudini.
Come avrete letto in precedenza, alcune malattie reumatiche possono causare dei sintomi simili alla fascite plantare e per questo stesso motivo dovete riferire al vostro medico se siete affetti da dolori che sembrano spostarsi dau n punto all’altro del vostro corpo, con senso frequente di rigidità mattutina e gonfiore alle articolazioni.

Come fare la diagnosi?

È molto importante che il Medico possa visitarvi ed ascoltare la storia su come è nato il dolore.
Cercate di presentare al medico il vostro caso in modo preciso, in particolare

  • Avete avuto dei traumi a gamba/caviglia/piede in passato?
  • Avete dei parenti affetti d malattie reumatiche?
  • Le vostre articolazioni, sopratutto quando vi svegliate al mattino, si presentano rigide/dolente/gonfie?
  • Soffrite di dolore alla schiena?
  • Il dolore al piede é presente anche di notte?
  • Avete aumenato in modo significativo il vostro allenamento sportive prima di avvertire il dolore al tallone?
  • Avete camminato molto/eseguito sforzi particolari prima della comparsa del dolore al tallone?
  • Il dolore al tallone é stato improvviso oppure é comparso progressivamente?

Segnalate al medico le risposte alle domande precedenti, perché potranno aiutare significativamente lo specialista a farsi un’idea più precisa sulla causa del vostro dolore.
La parte più importante e delicata è sempre la visita sul lettino per valutare dove il paziente ha male.
Il Medico potrebbe avere bisogno di un esame del sangue ( nel caso in cui sospettasse un’infezione o una patologia reumatica) e di una semplice radiografia (da eseguire in piedi e non sdraiati nel lettino radiologico). La radiografia da sola é già in grado di offrire molte informazioni senza dovere ricorrere necessariamente ad altri esami apparentementi più raffinati ma non sempre altrettanto utili!
Solo in alcuni casi selezionati, il Medico potrà richiedere altri esami come ad esempio

  • Risonanza Magnetica
  • TAC
  • Ultrasuoni
  • Scintigrafia ossea
  • Studio della conduzione nervosa

Come abbiamo detto prima, le cause che portano a questo disturbo sono molte e spesso non è facile capire subito quale sia l’origine del dolore.

Esiste una cura?

Nel caso della fascite plantare, la pazienza é spesso la sola cosa necessaria. Infatti nel 95% dei pazienti si assiste ad una risoluzione spontanea dei disturbi ma per ottenere questo risultato bisogna aspettare talvolta 12 o 18 mesi.

  • Riposo: la prima regola da seguire è quella di sospendere, o perlomeno rallentare per qualche settimana le attività sportive o lavorative che sembrano scatenare o peggiorare il dolore.Infatti nel caso in cui si fosse tentati a continuare la propria attività ignorando il dolore (o semplicemente riducendone l’ntensità con l’uso di antidolorifici), si corre il rischio di fare cronicizzare la patologia infiammatoria
  • Ghiaccio: da applicare durante le crisi dolorose (per 15 minuti, più volte al giorno)
  • Stretching della fascia plantare: per distendere i tessuti che circondano il tallone, come quelli illustrati nelle fotografie sottostanti
Esercizio 1
Esercizio 2
  • Farmaci antinfiammatori: da utilizzare sotto controllo del vostro Medico
  • T.E.N.S.: sono delle applicazioni di correnti elettriche, indolori e che hanno una funzione antidolorifica
  • Ultrasuoni: non sembrano essere particolarmente efficaci per la fascite plantare
  • Onde d’urto extracorporee: si tratta di un trattamento localizzato alla zona dolorosa e che offre spesso dei notevoli risultati
  • Utile l’uso del plantare posturale per ridurre i carichi