Tre modi di essere malati

Abbiamo visto la differenza tra una dimensione lesionale e una funzionale, esiste però anche una terza dimensione che è quella psicosomatica la quale può innescare delle problematiche comportamentali e posturali. Come ogni approccio olistico la Posturologia considera l'essere umano come un " insieme psicosomatico indivisibile" (Viladot 1979).Per semplificare: la mente può influenzare il corpo e viceversa.

Pertanto, la prima cosa che un posturologo attento cercherà di scoprire è l’ordine dimensionale nel quale il soggetto è malato, tenendo conto che uno non esclude gli altri. Per motivi di sicurezza e coerenza, è necessario procedere in questo ordine:
1 / Iniziare sempre con la consultazione di un medico di medicina generale e/o specialista, se è necessario cercare un possibile problema della lesione, e prendere se necessario in carico un trattamento allopatico di medicina/chirurgia. Le terapie posturali sono complementari alla medicina convenzionale, non sono destinate in alcun modo a sostituirla. (Gagey et al 2002) Tuttavia, se attraverso la medicina allopatica "non ha risposte", o "non si può fare http:\/\/www.dottordavidemambrin.ita”. Oppure, se il trattamento medico non fornisce un adeguato sollievo, e se una parte importante del problema è di ordine funzionale, allora, merita di essere valutata con un approccio posturale o un altro approccio globale (agopuntura, omeopatia ...).
2 / Si valuta il carico funzionale. E' utile fare una valutazione posturale per capire come funziona il vostro corpo in rapporto alla disfunzione, e cosa si può fare per migliorare il funzionamento (cioè migliorare la qualità dell’equilibrio e del movimento). Utilizzare quindi il trattamento appropriato in base ai risultati di questa guida: plantari posturali, l'osteopatia, la cura dentale, la riabilitazione ortottica, quella vestibolare... (vedi trattamento posturale).
3 / Se tutto questo non è stato di aiuto in modo rilevante, allora è da prendere in considerazione una problematica psicosomatica. Questo non è in alcun modo un giudizio o un desiderio di minimizzare i sintomi, il fatto è che lo stato emotivo può influenzare alcune condizioni di salute (e viceversa) e questa è una realtà che quasi nessuno ha ancora messo in discussione. (Reynaert e Jane 1997 Ferrey 2004). Perché non considerare e prendere in carico come qualsiasi altro problema del nostro corpo un problema di natura psicosomatica?
Il corpo si esprime non solo con la voce (Miller 2004) e l’espressione non è solo quella stampata!. Il problema è che l'espressione non verbale è un processo in gran parte inconscio, e si può facilmente perdere per molti anni. (Niedenthal et al 2009, Wiswede et al 2009, Mermillod et al 2010) Questo ci può far capire come il dolore può essere modificato e modulato attraverso la nostra sfera psicosomatica: il dolore cambia e diventa più intenso magari dopo o poco prima di una consultazione medico-specialistica o in circostanze emotive difficili (stress, paura, rabbia, tristezza...), possiamo avere disturbi del transito gastroenterico, problemi di peso, alla pelle, del sonno. Più caratteristiche sono presenti, più ci dobbiamo rendere conto che ci troviamo di fronte ad un’importante componente psicosomatica nel nostro disagio fisico.

La soluzione migliore è quella di parlare con il medico e/o di consultare un professionista (psicologo) con cui ci si trovi bene e che ci ascolti e ci aiuti a decodificare il significato dei sintomi, di mettere in parole il vostro dolore e ricollegare il vostro corpo e la vostra mente. Se non vi sentite pronti a fare questo passo, altro terapeuticamente utile (ma meno efficace) sono il rilassamento (compreso il metodo Vittoz), la terapia di rilassamento, la kinesiologia, la riflessologia plantare, la meditazione, yoga / tai chi / qi gong (ottimo anche per la postura). Queste terapie sono eccellenti per la postura, perché sono una vera stimolazione propriocettiva, ed è stato dimostrato che la nostra immaginazione può agire potentemente sull’interpretazione della percezione del nostro corpo e causare cambiamenti nel nostro schema corporeo, e quindi sulla postura e sul movimento. (Thyrion and Roll 2009, 2010, Roll et al 2012). Questi metodi di coscienza/connessione mente-corpo non hanno http:\/\/www.dottordavidemambrin.ita a che fare con gli esercizi di "rieducazione posturale", che portano ad intellettualizzare una postura ideale, i quali non sono mai seguiti a lungo termine, perché sono troppo vincolanti, e portano solo a generare sensi di colpa e di ansia. Naturalmente la pratica di regolare attività fisica moderata/sportiva può essere una soluzione per alleviare lo stress, ed è anche ottimo per mantenere il nostro sistema posturale (HAS SFDRMG e il 2005 il Maestro 2012 Vanoncini et al 2012) ... NB: Le informazioni fornite in questo sito sono destinate a migliorare, e non a sostituire, le relazioni esistenti tra paziente (o visitatore del sito) e il suo medico.